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San Gerardo dei Tintori

(liberamente tratto da Antonio Colombo, GERARDO TINTORE, Monza, 1942

San Gerardo nacque a Monza nell'anno 1134. Il padre, Alberto e la madre viene da alcuni indicata come Maria Odalitti Aliprandi.

La famiglia Tintore, benchè avesse avuto origine a Milano, si era stabilita a Monza dove aveva una casa propria, possedimenti ed interessi e, nelle carte dell'epoca, viene ricordata come una delle più nobili e ricche famiglie della città.

La nascita di Gerardo viene accolta con gioia a ringraziamento a Dio, in quanto unico figlio della loro unione.

Riceve una educazione propria delle condizioni della sua famiglia e da essa impara anche lo spirito di generosità, di ospitalità, di partecipazione alle sventure.

La serenità dei propositi e della vita viene turbata dalla morte ravvicinata di entrambi i genitori.

Erede di una vistosa sostanza, i parenti gli furon vicini e cercarono di orientarlo al matrimonio, ma, dopo attento esame, e non senza il disappunto di molti, dichiarò che voleva consacrarsi a Dio nell'esercizio della carità.

Si consacra a Dio, pur rimanendo laico, senza entrare in un preciso ordine religioso.

La sua casa subisce una profonda trasformazione diventando meta di tanti diseredati. In ognuno vede la figura di Cristo e, come tale, ha diritto al suo rispetto e alla sua cortesia.

Monza aveva molte istituzioni benefiche. In genere si trattava di mense per i poveri e di ospizi per i pellegrini. Tali istituzioni sorgevano per volontà di privati o di istituti religiosi e la loro efficienza era fluttuante. Gerardo, facendo tesoro della sua esperienza, diede vita ad un ospedale che, rispetto alle precedenti istituzioni, rappresenterà un grande progresso e un tipo-modello. Egli, infatti, dotò la città di un vero e regolare isituto di beneficenza. Come?

Il 19 febbraio del 1174, viene stipulata una convenzione tra due parti:

Gerardo Tintore e l'Arciprete Oberto da Terzago da una parte, ed i consoli della città di Monza dall'altra.

Gerardo non ha ceduto la propria opera, ma bensì, altri vollero farne parte. Si tratta di diritti reciproci e soprattutto di doveri per tutti. Se la sua istituzione non avesse dato affidamento, nè l'aricprete avrebbe accettato, nè il Comune si sarebbe presa la preoccupazione e la tutela.

Mentre fino ad allora le istituzioni benefiche erano quasi esclusivamente compito del clero o dei monaci, con la disposizione di Gerardo, si introduceva l'elemento laico.

L'ospedale San Gerardo

  • Negli anni successivi alla fondazione del 1174 nascono altri isituti: l'ospedale san Bernardo e quello Santa Marta.

  • Nel 1769 il Governo austriaco riunisce i tre istituti presso l'unica struttura di San Bernardo.

  • Nel 1776 l'Ospedale, con 32 posti letto, torna nella sua antica dimora, ristrutturata, del San Gerardo.

  • Nel 1786 L'Ospedale cambia nuovamente sede e si sposta presso il vecchio convento francescano in piazza Mercato.

  • Nel 1792 il nosocomio ritorna ancora nella struttura del San Gerardo, ma l'immobile appare sempe inadeguato. Così si trasferisce nel 1808 presso l'ex seminario di Piazza Isola (piazza Garibaldi).

  • Nel 1896 grazie ad una copiscua donazione del re Umberto I di Savoia viene costruito un nuovo ospedale in via Solferino. E' realizzato e organizzato a padiglioni "singoli e separati" e dispone, alla sua apertura, di 208 posti letto.

  • Nel 1962 si decide di costruire un nuovo ospedale e, due anni dopo, con l'inaugurazione della Casa di Riposo per anziani di Villa Serena, si pone la prima pietra in località Cascina Valera.

  • Nel 1980 inizia il trasferimento dei primi reparti dal vecchio ospedale di via Solferino al nuovo di via Pergolesi.


La Chiesa di San Gerardo dei Tintori

L'altare, l'ambone e la sede della presidenza sono eseguiti con due materiali: la pietra di beola e il legno. Questi elementi sono tra loro unificati dal sacrificio della Crocre, che con il suo stile, abbraccia e avvolge l'intero presbiterio e lo spazio dei fedeli.

In virtù del sacrificio della Croce, la pietra dell'ara sacrificale diviene altare, mensa eucaristica; l'ambone è annuncio della Risurrezione di cui la struttura in pietra ricorda la pietra del sepolcro ribaltata; la sede della presidenza, diviene espressione di solidità non per virtù propria ma in quanto nata dall'autorevolezza del sacrificio di Cristo, Signore e Maestro.

La Croce, il Crocefisso, il dolore, la sofferenza, anche attraverso la Via Crucis tratta da acquarelli del Pittore Nastasio, trovano in questa chiesa un spazio non tragico, chiuso su stesso, ma attraversato da luce. La vetrata, a tutta altezza, avvolge infatti tutta la chiesa, proiettando al suo interno le forme e i colori di cui è composta (le forme e i colori del risorto). La realtà ferita e segnata dal dolore, presente in ogni spazio, persona e oggetto della chiesa, entrano in dialogo con questa luce, con il Risorto.

La cappella di San Gerardo

L'atto di consacrazione della Chiesa

Il tabernacolo

La cappella del SS. Sacramento

Il Crocifisso ligneo

L'altare in pietra e il presbiterio

L'altare e il presbiterio

La sacrestia

La statua di Padre Pio

La statua di Maria

L'icona della Sacra Famiglia

La vetrata